PIZZA FRITTA NAPOLETANA

Innovazione della pizza fritta napoletana una tipica pietanza partenopea

Anche se molto popolare e sfruttata in regioni del Centro e del Sud Italia come Toscana, Lazio e Puglia, sulle reali origini della Pizza fritta non vi è alcun dubbio… Lei è di origine napoletana!

Questa insolita ricetta di cottura del classico impasto della pizza partenopea risale alla fine del secondo conflitto bellico, quando a causa delle distruzioni delle città e della sua difficile e rara reperibilità,  la classica pizza diventa per un buon periodo di tempo, un bene di lusso, destinato solo quindi alla medio ed alta borghesia del dopoguerra. 

La tipica pizza fritta napoletana è uno dei prodotti classici della cucina campana, a Napoli viene spesso farcita con ricotta e ciccioli, come per i panuozzi napoletani, la pizza fritta racchiude in sé un altro emblema cardine della cultura gastronomica partenopea.

Inventata nel difficile e poco redditizio dopoguerra, il suo impasto ricorda quello del classico panzerotto o dello gnocco fritto che si mangia solitamente accompagnato dai vari salumi.

Così come per tutte le tradizionali ricette più buone, la pizza fritta nasce da un fabbisogno collettivo, si pensò dunque di friggere nell’olio l’impasto della normale pizza, il quale come reazione diretta si gonfiava di più rispetto alla cottura a forno tradizionale, risultando così al palato una pietanza dalla maggiore consistenza.

Oggi la pizza fritta è radicalmente cambiata, viene spesso farcita con altri ingredienti, differenti da quelli della ricetta originale, nei ristoranti e nelle pizzerie odierne infatti è possibile trovare pizze fritte ripiene di affettati, formaggi (provola, mozzarella, ricotta, ecc.), o friarielli e molto altro ancora…

Un tempo la pizza fritta veniva solitamente farcita con materie prime a buon mercato, con ingredienti di facile reperimento, certe volte persino fatti in casa come:

  • ricotta (che giungeva in città dai caseifici a prezzi ridotti o fatta in casa)
  • ciccioli (lo scarto grasso dei tagli del maiale a pezzettini, la cosa più economica del Mondo).

Questo bastava per essere sazi e felici e continuare al meglio la giornata… Soprattutto per il fatto che a quei tempi, la gente della periferia o si sfamava tramite questo tipo di preparazioni culinarie, oppure digiunava: i mezzi a disposizione e le risorse disponibili erano davvero poche.

Così come la pasta fritta della famosa pizza napoletana, quasi un secolo prima, furono di facile invenzione le conosciutissime zeppolette di pasta cresciuta e fritta, antenate della pizza fritta, in un primo tempo concepite unicamente come dolci e poi, in seguito, mutate anche in versione salata con alghette di mare tritate ed annesse nell’impasto, o altri deliziosi ingredienti.

Al tempo della sua invenzione la pizza fritta napoletana veniva unicamente preparata dei pizzaioli durante le festività, o giorni di riposo, in modo da arrotondare le entrate mensili, poi unicamente passata nelle mani e sui banchetti tipici delle venditrici napoletane donne, presso i più famosi mercatini delle vie della città, dove ancora oggi, persiste l’arte di questa buonissima pietanza.

Dalla prima frittura dell’impasto della pasta della pizza, nacque in seguito l’usanza popolare di friggere tantissime altre buonissime cose oltre alle classiche zeppoline, la tipica frittura napoletana racchiude nella sua storia una serie di leccornie da gustare nel famoso Cuoppo (un cono di carta da giornale arrotolato) come: fiori di zucca, crocchè, arancini e molto altro ancora…