L’insonnia e i disturbi del sonno

I disturbi del sonno possono essere distinti in dissonnie e parasonnie a seconda delle loro caratteristiche. Si parla di dissonnie, per esempio, per indicare tutti quei disturbi che sono determinati da un’alterazione della qualità, della quantità e del ritmo del sonno: ne sono un esempio le ipersonnie, come la narcolessia, e le apnee notturne. Come si può leggere sul sito Lauravitagliano.it, comunque, l’esempio più classico di dissonnia è da individuarsi nell’insonnia, vale a dire lo stato nel quale un individua ritiene il proprio sonno non soddisfacente o non sufficiente. Chi soffre di insonnia, in sostanza, non è in grado di trarre dal proprio riposo il beneficio che vorrebbe, per esempio perché dorme male, oppure perché dorme per poche ore. Si parla di parasonnie, invece, per indicare tutti quei disturbi che sono determinati dalla presenza di un eve
nto non comune, e in ogni caso non desiderato, durante il sonno o nel momento del passaggio tra veglia e sonno.

Sono tanti gli esempi di parasonnie con cui si può avere a che fare: il più conosciuto è il sonnambulismo, ma è bene citare anche il bruxismo – cioè la tendenza a digrignare i denti mentre si dorme e, dunque, non rendendosene conto -, il sonniloquio – cioè la tendenza a parlare mentre si dorme -, l’enuresi – cioè la minzione involontaria mentre si dorme -, gli incubi e la sindrome delle gambe senza riposo – cioè la tendenza a compiere, con le gambe, movimenti prolungati e involontari che impediscono alla persona di addormentarsi.

Tornando all’insonnia, è opportuno specificare che non si tratta di una malattia univoca, ma di un disturbo che può presentarsi in molti modi differenti. Per questo motivo, da un punto di vista clinico viene classificata prendendo in considerazione le cause che la determinano, la sua durata e la sua tipologia. Per quel che riguarda le cause, si può distinguere tra insonnia primaria e insonnia secondaria: la prima, definita anche non organica, è presente in un paziente sano, per il quale non ci sono, in apparenza, ragioni che la giustifichino, mentre la seconda dipende da problemi psicologici o malattie fisiche. Per quel che riguarda la durata, essa cambia a seconda del paziente e, nel corso della vita di una persona, può variare in misura molto significativa. Si parla, a questo proposito, di insonnia cronica, di insonnia transitoria o di insonnia occasionale. Per quel che riguarda la tipologia, infine, è necessario operare una dis
tinzione tra l’insonnia tardiva, che determina un risveglio precoce al mattino, l’insonnia centrale, che si contraddistingue per i continui risvegli nel corso della notte, e l’insonnia iniziale, che si verifica quando la persona non riesce ad addormentarsi.

Infine, va menzionata anche l’insonnia soggettiva, che corrisponde alla percezione di dormire male e per poco tempo, anche quando in realtà il sonno della persona è regolare.